"L'architettura non è una macchina. L'architettura è un corpo."
— Gianluca Peluffo
Le arti performative possono mostrare come l’architettura si relaziona al corpo?
Industry Muscle analizza l’architettura utilizzando il corpo trans come lente, presentando cinque score immaginari —partiture, tracce— che fungono da importanti suggerimenti per una pratica architettonica futura.
Insieme a un gruppo di collaboratrici e collaboratori, l’espositore Teo Ala-Ruona fonde architettura, performance e installazioni.
Ospitata all’interno del celebre padiglione di Sverre Fehn, la mostra mette in luce come l’ambiente antropizzato non sia nient’altro che una messa in scena di norme sociopolitiche appartenenti a una cultura fondata sull’uso di materie prime di origine fossile.
Le Commissarie del Padiglione dei Paesi Nordici, in occasione della 19.
Mostra Internazionale di Architettura — La Biennale di Venezia, presentano un’installazione e una performance inedita, realizzate dall’artista finlandese Teo Ala-Ruona e dal suo gruppo multidisciplinare.
A cura di Kaisa Karvinen, per Architecture & Design Museum Helsinki, con Industry Muscle: Five Scores for Architecture Teo Ala-Ruona prosegue il proprio lavoro intorno all’essere e al sentire del corpo trans e intorno all’ecologia, estendendo la propria ricerca alla pratica architettonica.
Industry Muscle considera il corpo trans come una lente attraverso la quale analizzare l’architettura moderna e l’ambiente antropizzato, andando ainstaurare un dialogo con la celebre struttura del Padiglione dei Paesi Nordici, progettata da Sverre Fehn nel 1962. Contrapponendo al classico lavoro modernista di Fehn un modello architettonico alternativo, a partire dal corpo trans, la mostra vuole approfondire il rapporto fra architettura, corpo e collasso ecologico. In occasione di Industry Muscle il pubblico è invitato a considerare il Padiglione Nordico, e più in generale l’architettura, in quanto teatro di tutte quelle norme sociopolitiche profondamente radicate all’interno di una cultura fondata sull’uso
di materie prime di origine fossile. L’allestimento della mostra pone visitatori e visitatrici al centro di un’esperienza architettonica dove ciascunǝ, eseguendo azioni —performance— quotidiane, si scopre espostǝ. Negli interventi di Ala Ruona, il corpo trans si introduce a forza all’interno di tale struttura, andandone a rivelare il ben preciso schema.
Industry Muscle si sviluppa attraverso cinque score immaginari, i quali fungono da spunti fondamentali per una pratica architettonica futura. Nell’ambito delle arti performative gli score vengono utilizzati come consegne, annotazioni ed esercizi in grado di fornire istruzioni allǝ performer. La mostra porta questo concetto all’interno del campo dell’architettura, andando a toccare i seguenti temi:
Impurità: mettere in dubbio il ruolo della purezza ideale in rapporto
ad architettura e stile di vita.
Decategorizzazione: sfidare quelle pratiche strettamente connesse
all’ambiente antropizzato che si basano su una separazione e suddivisione
in categorie.
Performance: indagare come la progettazione architettonica e spaziale
vada a influenzare le azioni quotidiane in rapporto a genere e identità.
Tecnocorpo: riconoscere l’esistenza di un’interazione dinamica fra corpi,
edifici e tecnologia, sostenendo al contempo l’autonomia del corpo.
Riuso: guardare al corpo trans in quanto forma di riuso e strumento per
l’esercizio di un pensiero ecologico.
Teo Ala-Ruona lavora muovendosi tra performance, teatro e coreografia,
interessandosi in particolare al trans embodiment e all’ecologia. In occasione di Industry Muscle, ha riunito un gruppo multidisciplinare di collaboratori e collaboratrici del quale fanno parte lǝ architettǝ A.L. Hu, lo scenografo e artista Teo Paaer, lǝ sound designer Tuukka Haapakorpi, lǝ dramaturg Even Minn, l’artista visiva Venla Helenius, lo stilista Ervin Latimer, lǝ graficǝ Kiia Beilinson e lǝ performer Kid Kokko, Caroline Suinner e Romeo Roxman Gatt.
La collaborazione svolge un ruolo fondamentale all’interno dell’opera di Ala-Ruona.
Ogni artista ha contribuito alla mostra con la propria pratica, si vedano ad
esempio le installazioni realizzate dall’artista e scenografo Teo Paaer.
Kaisa Karvinen, Curatrice del Padiglione dei Paesi Nordici per Architecture and Design Museum Helsinki, ha detto:
“Il Padiglione dei Paesi Nordici realizzato da Sverre Fehn è
un classico esempio di architettura modernista che funge da
scenografia perfetta per Teo Ala-Ruona, artista la cui pratica
tratta questioni connesse all’ecologia e alla materialità dei corpi.
Fondendo il lavoro di Ala-Ruona con l’architettura del padiglione,
nuove prospettive possono prendere forma, in rapporto all’ambiente antropizzato e a partire da come l’immagine del corpo, inserita in
contesti fondati sull’uso di combustibili fossili, abbia influenzato
l’architettura.”
“Le possibilità trasformative del palcoscenico e della performance
ricoprono un ruolo fondamentale nel lavoro di Ala-Ruona.
Nell’ambito delle arti performative, il sentire dei corpi è analizzato,
esplorato e valutato in una forma che risulta altrettanto rilevante per
la pratica architettonica contemporanea. Trovo affascinante come
Ala-Ruona si sia avvicinato all’architettura a partire da tecniche
teatrali, andandole ulteriormente a espandere in rapporto ad essa.”
Teo Ala-Ruona ha affermato:
“Industry Muscle intende proporre un modello di architettura
nato a partire da una pratica artistica personale e da un vissuto
personale, entrambi connessi all’essere persona trans e performer
e al guardare al corpo come a un luogo di ricerca. Risulta essenziale
creare una sensazione di benessere all’interno di uno spazio che
pone enfasi sulle forme del corpo, offrendo piuttosto un ambiente in
grado di adattarsi. Si tratta di un ribaltamento dell’ideale modernista
di semplificazione, riflesso anche nell’architettura del padiglione.”
“L’ambiente antropizzato è costruito soprattutto a partire da una
serie di norme culturali predominanti. Esse giocano un ruolo
fondamentale nella messa in scena quotidiana dei corpi, oltre che
nella minaccia ambientale connessa all’industria edilizia. Insieme al
mio gruppo di collaboratori e collaboratrici, intendo inaugurare nuovi
dialoghi ed esplorare come l’architettura possa opporsi allo status
quo.”
Il Padiglione dei Paesi Nordici è commissionato da un’alleanza composta da Architecture & Design Museum Helsinki (Finlandia), The National Museum of Norway (Norvegia) e ArkDes (Svezia). I tre enti commissari si alternano nella direzione del progetto, ruolo che in occasione della 19. Mostra Internazionale di Architettura è ricoperto da Architecture & Design Museum Helsinki.
Il corpo è al centro di un mondo globale che sta vivendo una potente e radicale metamorfosi, con tutti i gradi di ambiguità e fragilità che può esprimere.
— Luca Molinari