Qual è il tuo scopo nella filosofia?
Mostrare alla mosca la via d’uscita dalla sua trappola.
La filosofia non sa niente, sa solo di non sapere.
Il sapere è della sapienza, della religione, il sapere è della scienza anche se la scienza non può evitare di ammettere che è sapere provvisorio…
Quindi la filosofia manca di sapere ma lo desidera, lo cerca, lo indaga, lo esamina, lo mette in discussione, lo critica.
È alla continua ricerca di sapere ma incontra soprattutto le opinioni, la cosiddetta doxa, costruita su pregiudizi, false conoscenze, illusioni, speranze, aspettative, negazioni, rimozioni, costruzioni.
La filosofia indaga l’essere delle cose, per esempio il bene, la bellezza, l’essere, la giustizia, l’amore, il male, l’etica, la verità e lo fa non perché sa cosa siano ma perché vuole mostrare alla mosca la via d’uscita dalla trappola, quella trappola costruita sulle opinioni.
La filosofia è assenza, mancanza e per questo è ricerca: non solo non è sapere, ma non ha sapere e quindi non possiede nulla.
Ma ama il sapere, lo desidera perché sfugge, si trasforma, divaga, e lo insegue perché sa di non poterlo possedere, sfuggendo al godimento mortifero della proprietà.
La filosofia indaga le opinioni per vedere se sono convincenti o se sono il risultato di preconcetti, suggestioni, persuasioni, fedi, ideologie, trappole del pensiero.
La filosofia ha il compito di restituire vita ai pensieri, di scuotere le opinioni, alterare i pregiudizi, indagare le speranze, mettere alla prova le argomentazioni.
Una volta fatto tutto questo la filosofia può pervenire ad una idea, un pensiero, un concetto, una verità MAI definitiva.
Non sempre una domanda chiede una risposta.
Spesso chiede di essere dispiegata, affinché ceda quello che ha di più essenziale e dischiuda i riferimenti che si aprono quando ci si appropria di ciò che segretamente custodisce.
La risposta, infatti, è solo l’ultimissimo passo del domandare.
E una risposta che congeda il domandare annienta se stessa come risposta e non è quindi in grado di fondare alcun sapere, ma solo di consolidare il mero opinare.