Raw- Una cruda verità

Julia Ducournau Raw Una Cruda Verità Horror • 2017 • 1h 39m

Recensito da Beatrice 18. August 2023

“…la tua lingua è cruda come una macellaia/è rossa come una coscia”



Justine ha 16 anni, è vegetariana e si è appena iscritta alla facoltà di veterinaria, frequentata anche dalla sorella più grande, caratterialmente opposta a lei. Vittima di bullismo, comincerá a scoprire il suo corpo e le sue pulsioni più recondite e soprattutto il piacere per la carne, umana. “Raw-una cruda realtá-” è una produzione franco-belga ,ed è ormai dai tempi dello straordinario “À l’intèrieur” di Bustillo/Maury che il miglior cinema dell’orrore è nelle sapienti mani dei francesi, e “Grave”, questo il titolo originale del film, ne è l’ennesima conferma. La Ducournau fa sprofondare la protagonista in un quotidiano alienante fatto di bullismo e strani riti di iniziazione, dove tutto è pregno di una violenza disturbata e disturbante che colpisce allo stomaco. Non ci sono streghe, zombie, serial killer o bambole assassine in quest’opera prima che ha sconvolto il Festival del Cinema di Cannes nel 2016, “Raw” è un body horror dalla messa in scena geometrica e lineare, l’asciutto ritratto di un’ adolescente alle prese con svariate prove da superare per diventare adulta. L’emancipazione dalla famiglia, il rapporto con l’estroversa sorella, la difficile integrazione nel mondo universitario e l’accettazione della sua natura. “Justine o le disavventure della vrtú”, questo era il titolo di un romanzo del 1871 del Machese de Sade e Julia Ducournau lo cita palesemente. Anche nell’opera di Sade la protagonista ha una sorella, Juliette, che è il suo opposto e proprio come nel film molte saranno le prove che metteranno a repentaglio le sue virtú, anche se nel film, a differenza del libro, Justine cederá ai suoi istinti in nome della presa di coscienza del suo vero essere. “Raw” è pieno di momenti suggestivi che rilanciano costantemente il racconto, è costruito su sequenze viscerali che ne infettano e generano altre in una danza di carne, sangue, capelli, piscio ed escrementi di animali. Julia Ducournau fa sua la lezione dei connazionali Maury e Bastillo e come loro fa della sua prima prova un mosaico di immagini realistiche e quasi documentaristiche, dove la narrazione è saldamente tenuta sotto controllo, così come la mise en scene, ma quello che distacca il cinema della regista da quello della coppia Bustillo/Maury è la forte caratterizzazione psicologica dei personaggi. “Raw” fa impallidire la metà degli horror usciti negli ultimi anni.

“Ma che freddo fa”



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