Il ridicolo è un insulto visivo. Il grottesco è un insulto concettuale.
— Fabrizio Caramagna
The Last Viking di Anders Thomas Jensen non è soltanto un film: è un viaggio delirante attraverso i meandri dell’assurdo umano, un’esperienza che mescola comicità feroce, grottesco e follia, e che, nel suo caos apparente, consegna una lezione morale sorprendentemente potente. Jensen gioca con la memoria, la follia e i legami di sangue, trasformando la ricerca di un bottino nascosto in una metafora esistenziale sul senso di appartenenza, sulla diversità e sull’uguaglianza.
Il film segue due fratelli, Anker e Manfred, intrappolati in una spirale di ricordi perduti, tra inganni, malintesi e situazioni talmente assurde da strappare risate fragorose. Ma dietro la comicità sfrontata, Jensen nasconde una riflessione più ampia: la diversità dei personaggi, ciascuno con le proprie eccentricità e fragilità, diventa strumento per esplorare l’uguaglianza intrinseca che li lega, la necessità di accettarsi e di comprendere gli altri.
Ogni scena è un piccolo paradosso: dialoghi taglienti, situazioni esagerate, follia controllata. È un cinema che oscilla tra riso e riflessione, tra l’assurdo e la morale, un grottesco specchio della condizione umana. La follia dei protagonisti diventa così allegoria della nostra stessa ricerca di identità e di senso in un mondo spesso incomprensibile.
Mads Mikkelsen e Nikolaj Lie Kaas danno vita a personaggi esilaranti ma profondi, incarnando l’umanità nelle sue contraddizioni più estreme. L’interpretazione degli attori, insieme alla regia di Jensen, crea un’esperienza che è tanto divertente quanto illuminante: una riflessione surreale e intensa sul valore della diversità, sulla comprensione reciproca e sulla paradossale uguaglianza di chi, pur diverso, cerca di convivere in armonia con gli altri.
Una commedia nera folle e irresistibile, un elettroshock esilarante che riesce a far convivere l’assurdo con la morale più solida e convincente.
L'assurdo è la lucida ragione che constata i suoi limiti.
— Albert Camus